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26.12.04


Prove da blogger


Gioco con colori e tabelle fornite dal mio host. In realtà ho la testa fra le nuvole (e dove sarebbe la novità?, diranno i miei soci di blog ... pensate che son riuscita a chiudermi fuori anche da casa di mia madre, l'altro ieri - non vi dico come ha esultato la genitrice!). Allora: resoconto del Natale di Ecatina. Attività di ieri? Costruzione del castello della 'Principessa e la povera' (una rapina commerciale - ve lo garantisco io - che si innesta sul successo di un cartone animato prenatalizio sponsorizzato da una notissima casa produttrice di bambole: ovviamente il regalo non proviene da me ...). Fabbricazione di braccialetto di perline realizzato con l'uso di un vero e proprio telaio (una vera forza, questo gioco! peccato vada bene per le bambine della mia età e non per quelle di sette anni, dotate di ditini grassocci e imbranati, non propriamente in grado di infilare perline in un ago ...). Recupero di sonno arretrato (mi sento ancora un po' ebbra dal lungo dormire - vi assicuro che una nipote come la mia è meglio di un tranquillante!). E poi, vagando a caso, sono inciampata in una lirica di Rainer Maria Rilke (molto dolce, ideale per un attimo di diluvio come quello che si è appena scatenato) - ve la regalo (la traduzione, a richiesta, verrà inviata via mail):

Ja ich sehne mich nach dir. Ich gleite
mich verlierend selbst mir aus der Hand,
ohne Hoffnung, dass ich Das bestreite,
was zu mir kommt wie aus deiner Seite
ernst und unbeirrt und unverwandt.

... jene Zeiten: O wie war ich Eines,
nichts was rief und nichts was mich verriet;
meine Stille war wie eines Steines,
über den der Bach sein Murmeln zieht.

Aber jetzt in diesen Frühlingswochen
hat mich etwas langsam abgebrochen
von dem unbewussten dunkeln Jahr.
Etwas hat mein armes warmes Leben
irgendeinem in die Hand gegeben,
der nicht weiß was ich noch gestern war.



22.12.04


Lo spirito del Natale presente?



Con cosa immaginate si diverta Ecatina in questi giorni? Le han regalato Il diario di Bridget Jones di Helen Fielding [piccola glossa: c'era chi aveva minacciato di regalarle Il diario di una zitella, quindi dev'esserle, tutto sommato, andata bene ...]. L'ho letto ieri tutto di un fiato (approfittando di un malessere che per fortuna non si è rivelato essere ... la vendetta di Marrakesh). Mi rendo conto che i single italiani sopra i trenta sono meno nevrotizzati di quelli anglosassoni (non son mai stata colta - ad esempio - dalla paura di esser trovata defunta nel mio appartamento, dopo settimane di decomposizione, perché sbranata da un pastore alsaziano ... ma forse semplicemente perché la mia signora delle pulizie mi rinverrebbe dopo un paio di giorni dall'evento). Però molti luoghi comuni sono - purtroppo - comuni un po' a tutte le single (o son io che me ne convinco?). Deliziosa ho trovato la citazione del Poema di Natale di Wendy Cope: lo giuro, c'è dentro tutto il ventaglio delle mie sensazioni delle feste!

At Christmas little children sing and merry bells jingle,
The cold winter air makes our hands and faces tingle
And happy families go to church and cheerily they mingle
And the whole business is unbelievably dreadful, if you're single.


Non ve lo auguro, no, non ve lo auguro ancora Buon Natale - però auguri zitellosi di buona antivigilia sì!!!


11.12.04


Il caco fiammingo




Si sta come d’autunno
sugli alberi dei cachi.


Il sommo poeta esprime, nella plasticità di questo immortale distico, la varietà di sensazioni legate alla condizione umana. La figura del caco, sottovalutata – oserei dire pressoché negletta – nelle arti figurative, viene recuperata in poesia (si confrontino ad esempio i versi montaliani: Non chiederci la parola che squadri da ogni lato / l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco / lo dichiari e risplenda come un caco / perduto in mezzo a un polveroso prato): essa è metafora, nella sua sferica maturità, di un’età della decadenza e della introspezione. Dal fiore prezioso al frutto prossimo al disfacimento, alla caduta dall’albero, simbologia di ben altra caduta mitologica. E l’autunno, maturità decadente anch’essa, prossima al gelo invernale, è stagione sintomatica del ritiro in sé stessi e del ripiegamento letargico. L’immagine verbale ha colori di sapore fiammingo, che rinviano in un certo senso a nature morte di stile pittorico per antonomasia autunnale. Quale geniale artista mai sarà in grado di riportare su tela l'immortale metafora?


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